Questa storia inizia un venerdì sera d’estate, con un aereo per Bucharest che non ha mai spiccato il volo…e finisce con una vacanza improvvisata in una regione che conoscevamo ancora poco e che ci avrebbe regalato tante sorprese: l’Abruzzo.
Tra meravigliosi borghi arroccati sulle pendici del Gran Sasso, passeggiate nella natura e qualche tuffo nel mare della costa dei trabocchi, non potevamo non dedicarci alla nostra più grande passione: i dolci. Vi raccontiamo tutto quello che abbiamo assaggiato di tipico nel nostro viaggio on the road.
Confetti di Sulmona
Dire che la fama di questi confetti sia andata oltre i confini abruzzesi, sarebbe riduttivo. Lo sapevate che sono stati proprio i confetti di Pelino, l’antica fabbrica fondata a Sulmona nel 1783, ad essere offerti ai regali ospiti del matrimonio di Carlo e Diana?! Incredibile, no?
E qualche anno dopo, a suggellare la tradizione, anche gli altri membri della famiglia reale – William e Kate prima e Meghan e Harry poi – non hanno potuto rinunciare a questa prelibatezza. Speriamo gli portino più fortuna…
A Sulmona i confetti si trovano letteralmente ad ogni angolo, esposti in magnifici mazzi di fiori colorati dentro a ceste di vimini: il souvenir perfetto da portare a casa.
Non sarò certo io a dovervi spiegare com’è fatto un confetto, ma questi sono speciali per due motivi: l’impiego di materie prima di altissima qualità, come le mandorle d’Avola o le nocciole del Piemonte e la totale assenza di amidi, glutine o maltodestrine.
Se il classico confetto “da matrimonio” è fatto solo con mandorla d’Avola, zucchero e vaniglia, lungo corso Ovidio potrete sbizzarrirvi nell’assaggio dei più fantasiosi abbinamenti.
Tra le tante varianti, vi segnaliamo il Cubano, la cui ricetta è stata brevettata da un altro maestro del confetto, William di Carlo. Si tratta di mandorle ricoperte da cioccolato, Rum e cannella, sapori esotici che di Carlo ha sperimentato nel corso dei suoi viaggi e che ha voluto riportare in patria nel rispetto del confetto preparato secondo la tradizione. Assolutamente da provare.
Sassi d’Abruzzo o Sassi Aquilani
Abbiamo lungamente parlato dei confetti, ma cosa fare di quelle mandorle magari non bellissime nella forma, oppure dei rimasugli rotti non utilizzabili? Non vorremo mica buttare questo ben di Dio? Infatti. Proprio da questi “scarti” nascono i sassi d’Abruzzo, di cui esistono innumerevoli varianti in tutta la regione.
Mandorle tostate, meringa e cacao, in un mix perfetto da sgranocchiare.
Pan dell’Orso di Scanno
Questa storia è per chi ancora non crede che “un dolce ti salva la giornata“. In un fresco mattino d’autunno alcuni pastori erano sul punto di lasciare il loro paesino, Scanno, per portare le greggi verso zone più miti; poche – ma buone – provviste per il tragitto: i Panelli, dolci tradizionali a base di mandorle e miele.
Si narra che, sulla via, i poveri pastori furono aggrediti da un grande orso che, per fortuna, si limitò a divorare tutti i Panelli, risparmiando i malcapitati. Da qui nacque quello che oggi conosciamo come Pan dell’Orso, dolce simbolo del piccolo borgo medioevale di Scanno, gioiello nascosto nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
A perfezionare la ricetta e a fare la fortuna di questo dolce e della sua azienda, fu il pasticcere Peppino di Masso. Dal 1945, la sua famiglia produce questo soffice tortino a base di impasto di mandorle, miele e cioccolato. Non potete andare via da qui senza averlo provato.
Vendono anche delle pratiche confezioni in formato merenda, che potrebbero salvarvi da quelle giornate cittadine che possono essere più feroci degli orsi bruni.
Biscotteria artigianale di Liliana Rosati a Scanno
Vi sarà più facile trovare questa piccola biscotteria seguendo il profumo dei biscotti, che non le indicazioni di Google maps. Ad accogliervi una grande foto in bianco e nero della giovane Liliana Rosati – che abbiamo avuto il piacere di conoscere dal vivo – vestita con l’abito tradizionale indossato dalle spose di Scanno. All’interno della piccola bottega, potrete trovare alcune delle tipologie di biscotti più rappresentative dell’Abruzzo. Noi, per non sbagliare, li abbiamo provati tutti.
Amaretti
In Abruzzo gli amaretti si mangiavano principalmente durante le feste di carnevale. Rispetto alla più nota ricetta piemontese, oltre alle mandorle e agli albumi montati a neve, qui si usa aromatizzare l’impasto con una generosa dose di scorza di limone.
Biscotto di Prato Verde
Questo biscotto, dalla forma allungata con una consistenza piuttosto morbida, è la specialità della casa. Cacao, cioccolato fondente e mandorle si sposano in un connubio di sapori.
Mostacciolo
Di questo dolce, diffuso in gran parte del sud Italia, esistono molte versioni.
La ricetta della signora Liliana mantiene il mosto cotto, da cui il nome di questo biscotto, spesso assente nelle versioni più moderne. Tra tutti, il nostro preferito per la consistenza croccante data dalla presenza delle mandorle, per la golosità del cioccolato e la raffinatezza di una punta di chiodo di garofano.
Nota: si conservano benissimo, anche se state facendo un viaggio on the road con temperature medie di 35^C.
Ciambelline al Vino
Anche l’Abruzzo ha le sue ciambelline al vino, che si differenziano dalle altre perché fatte con la solina, farina di grano tenero di montagna coltivata nell’area del parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. E il vino poi, non è mica uno qualsiasi! La tradizione vuole che si utilizzi
proprio il Montepulciano, vitigno autoctono di cui gli abruzzesi sono molto orgogliosi.
E lo siamo anche noi del risultato finale!
Torrone allo zafferano dell’Aquila
Lo zafferano dell’Aquila è uno dei prodotti di spicco di questa regione: viene coltivato in particolare nei 13 comuni della provincia dell’Aquila nella zona dell’Altopiano di Navelli. In questo torrone dal gusto intenso – che crea dipendenza, vi avviso – lo zafferano viene esaltato a pieno.
E ci mancherebbe! Lo sapevate che per produrre un chilo di Zafferano dell’Aquila DOP sono necessari circa 200.000 fiori e ben 500 ore di lavoro?!
Comunque, se non fosse chiaro, questo torrone fa volare ✈️
Cancelle (o ferratelle)
Ma anche nivole o neole a Teramo, pizzelle in provincia dell’Aquila e coperchiole nella variante con due cialde sovrapposte e farcite a mo’ di panino.
D’accordo, troppi nomi per dire che queste deliziose cialdine fatte di pasta biscotto sono ovunque e stanno bene con tutto.
Vengono preparate con l’utilizzo di un particolare “ferro”, una piastra doppia rovente, che lascia il tipico disegno a rombi che ne caratterizza la superficie. Somigliano molto ai più noti waffle inglesi, salvo per lo spessore, che è tendenzialmente molto sottile.
Mangiatele condite con la marmellata, con il mosto d’uva, la crema pasticcera o una crema al cioccolato. Insomma, con quello che più vi piace!
Ne abbiamo anche incontrate alcune versioni arrotolate e farcite, sulla falsa riga del cannolo.
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