Un viaggio che sognavo da tempo, quello in Marocco. Una terra di colori, di sole caldo anche d’inverno, di profumi di incenso e di gelsomino emanati dalle donne velate che sbrigano commissioni tra le vie del souk. Un paese di contrasti: tanto – tantissimo – caos tra le stradine intricate delle Medine, una quiete quasi innaturale varcata la soglia dei riad, le tradizionali case marocchine con meravigliosi cortili interni e terrazze da mille e una notte.
Nonostante le vie del souk siano tutto un fermento, state pur certi che lo stile di vita marocchino è tutt’altro che frenetico.
Slow life, nessuna fretta.
Gli ambulanti nei mercati non si tirano mai indietro se è ora di bere il tè con i propri vicini di bancarella. Pazienza se ci sono turisti nei paraggi, aspetteranno un attimo. Durante l’orario di lavoro, si ride, si chiacchiera, si mangia. C’è tempo per tutto. Che i ritmi siano poco compatibili con il nostro stile di vita occidentale – soprattutto con la “fretta” milanese che scorre nel mio sangue -, è abbastanza palese. Forse che in vacanza dobbiamo solo rilassarci e lasciarci trasportare dagli eventi? Possibile.
Consiglio spassionato: non prendete impegni al mattino prima delle 11, se avete intenzione di consumare la tradizionale colazione marocchina. Durante la nostra permanenza, abbiamo avuto occasione di provare la colazione autentica, preparata dalle sapienti mani delle dada nel riad dove siamo stati ospiti.
In Marocco, tutto inizia sempre con un tradizionale tè alla menta thé b’na na: rovente e zuccheratissimo, viene servito da una teiera di metallo in piccoli bicchieri di vetro, facendo sì che il liquido cada da un’altezza di 20-30 cm. Questo modo particolare di versarlo, fa sì che si formi una schiumetta al di sopra del bicchiere per proteggere il tè dalla sabbia del deserto…così, per lo meno, ci hanno raccontato. Quello che è certo però, è che questo tè e il suo profumo vi accompagneranno per tutta la vacanza, dall’alba fino al tramonto.
Il tè viene preparato con un infuso di menta secca e fresca insieme – quest’ultima alle volte presente anche nei bicchierini di servizio; talvolta viene servito anche il thé wa hleb, con aggiunta di latte.
Anche se il caffè, ahwa, non va molto forte da queste parti, a colazione questa bevanda è normalmente presente e viene spesso “corretta” con latte. Il caffè nous nous – metà latte e metà caffè – è molto apprezzato.
Per fare il pieno di vitamina C, il tutto sarà accompagnato con Asir limun, spremuta d’arance freschissime che vi impedirà di bere succhi confezionati da qui in avanti.
Ma cosa si mangia a colazione?
In primis pane, in tutte le sue declinazioni. Alcuni esempi?
Khubz
pane pita morbido, cotto in forno a legna, solitamente servito con burro e marmellata. Questo pane è neutro al gusto e i marocchini usano accompagnarlo sia al dolce sia al salato.
Krachel
I Qrashel o Krachel sono paninetti simili a brioche francesi, aromatizzati con anice e finocchietto con un topping di semini di sesamo. Vengono indistintamente serviti con pietanze dolci, accompagnati da miele e marmellata, e intinti nell’olio o nel formaggio fresco.
Fun fact: non accettate I Qrashel da sconosciti…Il governatore di Marrakech, Nasser Bouchentouf, fu assassinato proprio con un un Qrashel avvelenato!
Beghrir | pancake marocchino
una sorta di pancake rotondo con un impasto spugnoso e leggero. La vedrete in vendita nei carretti in ogni angolo dei souk, insieme al pane e al Rghaif. Anche questa specialità ha un sapore piuttosto neutro e si consuma a colazione o come snack pomeridiano con marmellata, miele o sciroppo di dattero.
Rghaif | crepe marocchina
Vera scoperta della vacanza. Si tratta di una sfoglia al burro, farina, semola e uova.
A seconda del modo in cui questo preparato viene steso, si possono ottenere rispettivamente i M’semen, di forma quadrata e i Meloui, che sono invece tondi.
Il sapore ricorda quello della crepe e la consistenza è più simile ad un incrocio tra una piadina e una frittata. Il Rghaif è buonissimo caldo, accompagnato da burro, marmellata o semplicemente da miele. Non siate timidi e mettetevi in fila dietro ai locals, sarà il posto giusto!
Sfenj
Se sentite profumo di fritto, allora siete vicini ad un grosso pentolone d’olio in cui stanno friggendo gli Sfenj, delle ciambelline golosissime. I bambini ne vanno pazzi: ne vedrete tanti, all’uscita da scuola, con molteplici ciambelline unite da uno spago a mo’ di collana.
Ma concorderete, specialmente se seguite questo blog, che non si vive di solo pane. E infatti la colazione marocchina contempla molteplici alternative.
Ktefa | pastilla al latte
Il Ktefa – altrimenti detto “milk pastilla” – è un dolce tradizionale che nasce nella zona di Fez, spesso servito ai matrimoni o in altre ricorrenze importanti.
Si tratta di una piccola torre di dischi di pasta croccante (aka. warqa, che ricorda un po’ la pasta fillo) che vengono fritti e serviti impilati l’uno sull’altro.
A completamento, sulla cima della torre, viene versata una crema inglese profumata con acqua di fiori d’arancio oppure una salsa a base di latte – da cui il nome milk pastilla🕵️♂️ – addensata con amido di mais. E dopo aver fritto e condito, non vorresti, che ne so, una spolverata di mandorle croccanti fritte e zuccherate?!
Certo che sì! Et voilà.
Mhemer | omelette marocchina
Altro elemento irrinunciabile per la colazione tradizionale marocchina è l’uovo, Bayd, principalmente servito a mo di frittata o omelette, Mhemer. Accompagnatela col formaggio o con la marmellata all’albicocca, a seconda del mood del momento.
Hrbil | porridge marocchino
Anche se lo troverete più di rado, dal momento che questa pietanza viene servita prevalentemente durante le festività di Eid al Adha “festa del sacrificio” e Eid al Fitr – il giorno di fine digiuno del Ramadan – l’Hrbil è una rivisitazione marocchina del porridge.
A differenza del più famoso cugino inglese a base di fiocchi d’avena, l’Hrbil viene preparata utilizzando farina di grano, mischiata a burro, latte e miele e aromatizzata a piacere con cannella e finocchietto o anice. Viene servito tiepidino e ha la consistenza di una zuppetta. Lascerò che l’immagine parli per me…
disclaimer: non sono fan del porridge e di tutte le cose che sembrano già digerite 😆.
Viennoiserie francese
Grazie alla dominazione francese, anche qui vanno ghiotti per la viennoiserie. E chiamali stupidi.
All’interno di una delle vie del souk, abbiamo visto prendere letteralmente d’assalto un carretto con croissant, brioches, biscotti e sfoglie di ogni genere. I prezzi degli sfogliati e dei dolci in generale sono veramente ridicoli: abbiamo pagato 3 dirham (l’equivalente di 30 cent!) un pain au chocolat. Per darvi un termine di paragone, un’arancia presa dal fruttivendolo al mercato costa uguale.
Dal nostro campione di assaggi, abbiamo dedotto che – il più delle volte – all’interno della sfoglia non c’è burro, ma più probabilmente margarina o un altro grasso vegetale. La sfoglia è spesso comunque ben eseguita – ma il gusto complessivo risente un po’ della mancanza del burro.
In ogni caso, prendetevela comoda perché qui la mattina inizia lenta e la città si sveglia piano piano. Fino alle 10 inoltrate i souk sono praticamente deserti: ci vuole il suo tempo ad allestire le bancarelle piene di chincaglierie. I marocchini adorano il dolce e ogni momento della giornata è buono per spezzare la fame con uno snack.
Se siete golosi – e se vi piace lo zucchero – i dolcetti al miele e frutta secca che brillano di luce propria nelle bancarelle del souk, saranno la gioia del vostro palato. Anche la biscotteria – da accompagnare rigorosamente al tè – è molto varia. Le varianti dei biscotti a base di farina di mandorle, aroma di arancia, miele e frutta secca sono infinite!
Ora che avete qualche suggerimento, non vi resta che scoprire il resto! Abbiamo dimenticato qualcosa? Faccelo sapere con un commento!